Baldeggiando

L’autunno tinge di rosso le nostre colline e le nostre montagne, i paesaggi mutano, si infuocano del rosso, del giallo e del marone delle foglie degli alberi ed i boschi sembrano scenari innaturali nei quali girare.

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Un’occasione troppo ghiotta da lasciarsi sfuggire ed una delle ultime possibilità di girare in alta quota prima dell’arrivo dell’imminente inverno.

Cosi in una serata di cazzeggio, trovato il mezzo e raggruppati quattro amici, ho pensato di organizzare un giretto per andare a vedere i fantastici scenari del Monte Baldo.

In realtà, oltre ai soliti compagni d’avventura, hanno fatto capolino nuovi personaggi, che si sono amalgamati perfettamente con lo spirito del gruppo ed hanno reso la giornata ancora più bella!

L’escursione sicuramente non è una delle più semplici, sia per i dislivello che affronteremo che per i tratti tecnici presenti sul percorso ed inoltre dobbiamo sempre ricordarci del meteo, elemento fondamentale ed incontrollabile che potrebbe cambiare da un momento all’altro.

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Il Monte Baldo è un massiccio montuoso che ha la sua vetta più alta a 2218 mt. (Cima Valdritta) e lungo circa 37 km. ed è compreso tra la provincia di Verona e di Trento, il massiccio è caratterizzato da una variegata vegetazione che vanta alcune rarità botaniche.

Una caratteristica molto importante del Monte Baldo sta nel fatto che ad ovest è bagnato dal Lago di Garda ed a est è costeggiato dalla Val d’Adige, questi due microclimi interagendo e scontrandosi, possono dar luogo a condizioni meteo molto differenti soprattutto in vetta, infatti possiamo trovare precipitazioni improvvise e venti molto forti in vetta e calma piatta e sole a valle, ma in ogni caso è una montagna da non sottovalutare, da affrontare con il giusto timore e rispetto.

Il percorso che ho scelto di fare non lasciava molti margini di tempo, infatti il cambio dell’ora legale ci aveva tolto un’ora di luce ed i dislivelli da percorrere erano importanti, così ho deciso di avvalermi di un passaggio fin dove possibile per poi godersi tutto il resto del percorso con le giuste tempistiche e lo spirito ludico e goliardico che da sempre sono parte importante delle escursioni che faccio.

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Così io ed il primo gruppo ci siamo ritrovati relativamente presto a Garda, dopo i canonici saluti, abbiamo caricato le bici ed abbiamo iniziato la prima parte della salita che ci avrebbe permesso di raggiungere comodamente le Pozze (Cima Mandra 1295 mt.). Scesi ci siamo subito accorti che la temperatura era scesa drasticamente, così attrezzati come si deve, ci siamo preparati ed abbiamo iniziato la nostra salita verso il rifugio Fiori del Baldo (1842 mt.).

La strada militare, costruita in origine dal genio militare per approvvigionare il Forte di Naole e le relative caserme, attualmente è comodamente ed ampiamente percorribile per raggiungere il rifugio Chierego ed i Fiori del Baldo, recentemente la maledetta sassaia, odiata da tutti i biker, è stata quasi spianata e sistemata, il fondo infatti risulta molto più stabile e compatto rispetto al passato e la salita risulta pertanto più piacevole.

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Comunque nonostante la strada sia stata sistemata, la salita verso i Fiori del Baldo ha richiesto più di un’ora e molta fatica, il tracciato è quasi sempre stato all’ombra e il vento sferzante non ci ha quasi mai abbandonato, ma in compenso il panorama migliorava ad ogni pedalata.

Il rigoglioso bosco che ci ha accolto ad inizio salita pian piano ha ceduto il posto alla bassa vegetazione di alta montagna e gli ampi scorci sul Lago di Garda hanno fatto capolino rivelando tutto lo splendore del paesaggio sottostante.

Il sole ha fatto finalmente la sua entrata trionfale ed i colori sono esplosi in tutta la loro bellezza, rivelando le tipiche tonalità dell’autunno in montagna in contrasto con l’azzurro del cielo e del lago a far contorno ed in lontananza ecco la nostra meta, si finalmente eravamo arrivati al rifugio.

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In attesa del secondo gruppo, ci siamo accomodati ed abbiamo potuto godere delle prelibatezze offerte del rifugio e del suo accogliete calore, scattata qualche foto e preso anche un po di sole ed abbiamo ingannato il tempo.

Una volta tutti insieme siamo partiti per la vera e propria escursione, costeggiando le creste ci siamo lanciati su un singletrack a cavallo tra la Val d’Adige e il Lago di Garda, passando tra le nuvole che scavalcavano veloci le creste.

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Siamo arrivati al cospetto del Forte Naole, la fortificazione risulta tutto sommato ben conservata nonostante sia in uno stato di totale abbandonato o adibita a stalla durante la stagione estiva. Da qui abbiamo picchiati verso il sentiero 662, che tra prati, vallette e boschi, un ambiente fantastico e divertentissimo, si congiunge al sentiero 64, un tratto di sali e scendi ci ha condotto al Dosso dei Cavalli e successivamente ci ha riportato alle Pozze.

Dalle Pozze abbiamo picchiato per Prada Alta grazie ad un trail veloce e filante e finalmente è arrivata la pausa panino.

Grazie ad un buon panino, un po di caldo sole e qualche bevanda zuccherata, abbiamo potuto riposare gli arti stanchi e prepararci per la parte finale, ma non meno impegnativa, della nostra escursione.

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Intrapreso il trail del muro dei Cervi ci siamo lanciati in formidabili traiettorie tra rocce e radici, velocemente siamo arrivati a San Zeno di Montagna, da qui abbiamo percorso un tratto di una nota gara di granfondo e siamo arrivati in località Rovero.

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Abbiamo concluso la nostra giornata percorrendo la Valle dei Mulini, un paio di salti e finalmente siamo arrivati alle macchine, una giornata stupenda, un tracciato bellissimo, una giornata bellissima e un gruppo bellissimo…. da rifare.

Un gentile contributo video di Simone Brazzoli.

Ed un gentile contributo video di Gianluca Vago.

Altro contributo di Steve Carreri

 

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