Forte San Marco Freeride

Molti conoscono i Forti di Rivoli, di Monte e di Ceraino, antichi avamposti di confine posizionati per difendere con il loro tiro incrociato il passaggio della Val d’Adige.

Non altrettanto conosciuto è invece il Forte San Marco, grazie alla sua posizione defilata rispetto alla Val d’Adige, non è molto visibile ad un occhio non attento e molto spesso non viene notato.

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Il forte non ebbe mai un impiego tattico vero e proprio, completato a meta della Prima Guerra mondiale, fu usato solamente come acquartieramento di truppe e non utilizzò pressoché mai la sua potenza di fuoco.

A differenza di altre fortificazioni, la sua pianta è allungata per adattarsi al penduto del Monte Cordespino sul quale è costruito, ed è situato ad una quota di circa 451 mt a strapiombo sulla Val d’Adige.

Per poter arrivare al forte, il Genio Militare ha costruito una strada che si inerpica sull’impervio pendio del Monte Cordespino con ben 40 tornanti che zigzagando permettono in breve tempo di prendere quota ed arrivare alla fortificazione.

La strada però è tutt’altro che comoda ed agevole, infatti è quasi interamente esposta al sole ed al vento ed il fondo è una striscia continua di sassi, gradino e pietre che rendono l’ascesa un calvario continuo, ma gli scorsi ed il panorama che si gode ad ogni curva, ripaga la fatica fatta.

Un giorno, guardando distrattamente la zona, mi accorsi di una similtraccia che scendeva lungo il pendio, tornato a casa approfondì la cosa e l’ipotesi di un nuovo trail balenò nella mia testolina.

Presi armi e bagagli del mestiere, ovvero bike, protezioni e compagnia, mi avventurai in un giro esplorativo.

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Come già detto la salita si rivelò un calvario, continui rilanci, la bici che si impunta sulle rocce con l’anteriore e subito dopo con il posteriore, uno dei pochi trail dove sarebbe consigliabile mettere le protezioni anche in salita.

Dopo aver sudato sette camicie e più, finalmente arrivammo al portone d’ingresso del forte, lo stato della fortificazione è ancora buono, nonostante sia completamente abbandonato e lasciato a sé stesso.

Le scenografie che possiamo trovare al suo interno sono particolari e molto belle e pertanto chiunque giunga nei paraggi è quasi obbligato a fare qualche foto in questo contesto fuori dal normale.

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Il progetto iniziale prevedeva di continuare esplorando una sezione nuova del sentiero che si trova dopo il forte, ma a causa di un problema tecnico, abbiamo deciso di rientrare.

Invece di prendere il vecchio sentiero sassoso che quasi in linea retta porta alla contrada di Lubiara, nulla di interessante per quanto ci riguardava, questa volta abbiamo scelto di esplorare un nuovo trail molto più interessante e divertente.

Pertanto siamo andati alla caccia dell’imbocco del nuovo trail, che abbiamo trovato quasi subito.

Percorsa una curva della strada militare, abbiamo subito trovato la deviazione per intraprendere il nuovo sentiero, il tracciato che ci siamo trovati ad affrontare era una striscia di terra immersa nella vegetazione, sicuramente poco battuto, ma molto molto bello.

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Tratti tecnici, tratti sassosi, tratti veloci e tratti picchiati si susseguivano in un continuo cambio di panorama, dal sottobosco, a lastre di roccia a tratti aperti con un panorama fantastico che si affacciavano sul Monte Baldo.

In realtà questo sentiero segue, ovviamente in senso inverso, la strada militare che sale al forte, pertanto la distanza fatta durante la salita, viene ripagata in discesa quasi in perfetta simmetria.

Il nuovo tracciato si è rivelato alla fin fine una bellissima e valida alternativa rispetto agli altri trail della zona, sicuramente da concatenare con altre sezioni per sviluppare una escursione più lunga e divertente.

 

 

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