Il Pastello Occidentale

Nell’ottica di un giro epico sul Pastello, da fare tra qualche mese, sono andato ad esplorare la parte Occidentale del monte.

Non sapevo esattamente cosa aspettarmi, ma qualche idea mi balenava in mente.

Così dopo giornate passate a studiare mappe e spulciare siti, ho colto l’occasione, grazie ad una bella giornata, per andare a testare le mie ipotesi.

Il mio punto di partenza era Ceraino, cosi caricata la macchina mi sono avviato sulla statale del Brennero, passata Domegliara mi sono trovato alla Chiusa di Ceraino, un passaggio sempre molto suggestivo, dove le pareti si chiudono sul tranquillo scorrere dell’Adige.

Sceso dalla macchina mi sono concesso qualche minuto per studiare con lo sguardo il percorso che avrei intrapreso.

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La giornata era stupenda, il sole caldo, una brezza primaverile ed i primi fiori che iniziavano a decorare i prati ed i sentieri mi hanno accolto.

Mi sono preparato, ho indossato il casco, mai come in questo caso elemento indispensabile vista la natura del tracciato, ho raggiunto il punto d’inizio del sentiero ed ho intrapreso la mia salita.

Mi sono trovato quasi subito a percorrere la strada militare che da Ceraino porta al Forte Hlavaty o Forte di Ceraino, la strada subito sembra impegnativa, ma man mano che le ruote girano ci si accorge che la salita non è mai troppo dura ed in breve tempo si prende subito quota, tra gli alberi inizia a filtrare il paesaggio e la val d’Adige sottostante.

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In un tempo ragionevolmente breve si arriva al Forte di Ceraino, il forte fu costruito dagli austriaci tra il 1850 e il 1851, nel 1866 venne annesso al Regno d’Itala, successivamente fù utilizzato come deposito munizioni e recentemente dismesso, ad oggi il forte giace in uno stato di abbandono ma nonostante ciò la struttura ed il suo interno sono ancora in ottimo stato.

Da qui la salita prosegue ancora, la strada abbraccia la roccia, in questo frangente è importantissimo indossare il casco, in quanto non è raro che qualche sasso si stacchi dalla parete che sovrasta la strada.

Dopo un breve tratto di strada immersa nel bosco, si sbuca su un breve tratto a strapiombo sulla val d’Adige, la strada è comunque sicura e larga, ma meglio mettere le ruote nel posto giusto, andare fuori strada potrebbe essere estremamente pericoloso.

Superato questo breve tratto esposto, la strada prosegue verso Monte, il tracciato sale sempre dolcemente, lasciando il tempo di ammirare il panorama che man mano diventa sempre più ampio e permette di spaziare lo sguardo per molti chilometri.

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Arrivati finalmente al Forte di Monte, roccaforte ormai decadente, la strada prosegue in piano fino al paese di Monte, una breve capatina in centro al paese e subito si intraprende un sentiero che, posto più in alto, ma ci riporta sui nostri passi.

Dopo un piccolo strappo il sentiero ritorna in piano e ci riporta verso la Val d’Adige, alla nostra destra si vedono diverse tracce interessanti che scendono dalla vetta del Pastello, sicuramente spunti per prossime esplorazioni, mentre alla nostra sinistra il panorama su Rivoli e in lontananza sul Lago di Garda è una goduria per gli occhi.

Quasi improvvisamente tutto cambia , la mulattiera ampia e pianeggiante lascia il posto ad un single track che si inerpica sconnesso lungo il pendio infilandosi tra due massi posti a guardia del valico.

Adesso ci troviamo in una piccola radura tra pareti di roccia imponenti e vegetazione selvaggia, il sentiero si distingue a malapena nel folto del bosco, la traccia sembra quasi abbandonata.

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Ci prepariamo, indossiamo le protezioni e siamo pronti per affrontare la disiscesa, come dicevo il trail sembra in uno stato di completo abbandono, ma bastano un paio di curve per scoprire invece che il tracciato è perfettamente percorribile, pulito e molto bello.

La pendenza aumenta, in negativo ovviamente, notevolmente, il tracciato diventa molto stretto ed i passaggi tra le rocce e gli alberi devono essere calibrati al millimetro, il fondo è sconnesso e sassoso, solo una parola può esprimere la sensazione che proviamo mentre aggrediamo la discesa, esaltante.

Il tracciato scorre veloce, impegnativo, duro, tra gli alberi filtra il paesaggio, la discesa è ripida, perdiamo altitudine molto velocemente, il tempo si dilata, sembra di scendere da molto.

Un paio di alberi caduti ci costringono a spezzare il ritmo, permettendoci di riprendere fiato, quasi inaspettatamente ritorniamo al Forte di Ceraino.

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La discesa tecnica è finita, ma grazie ad un paio di tagli che corrono perpendicolari alla mulattiera che abbiamo percorso in salita, il divertimento continua.

Abbandoniamo la strada principale, ed intraprendiamo un singletrack, seguiamo il percorso tra gli alberi, ed in fine arriviamo al nostro punto di partenza.

Nel complesso l’uscita è stata breve ma ricca di spunti interessanti, sicuramente un sentiero, in discesa, impegnativo, adatto a biker esperti, un giro da sviluppare in un’ottica più grande, ma tassello importante per prossimi giri e soprattutto tanto divertimento.

 

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