Il Vajo dei Pangoni

Andare a fare il Vajo dei Pangoni è come andare a trovare un vecchio amico, e come tale è bello vedere come sia cambiato, notare i piccoli cambiamenti e i segni lasciati dallo scorrere del tempo.

Infatti anche i sentieri cambiano, si modificano con il tempo e con gli agenti atmosferici che li plasmano grazie al passaggio dell’acqua, fanno affiorare rocce, scavano solchi, le radici si muovono, la vegetazione copre parti di tracciato e alcuni alberi ostruiscono il passaggio.

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Dopo la solita salita a Cavalo grazie al tracciato delle Salette, ci siamo preparati, bevuto in goccio di acqua, indossate le ginocchiere e una volta aperti gli ammo, ci siamo diretti all’attacco del tracciato, il fondo era perfetto, leggermente umido, compatto ma non scivoloso.

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Subito il feeling con il trail si è fatto sentire e mollati i freni e presa un pò di velocità, il tracciato ha iniziato a scorrere filante sotto le ruote, un verde vivo ed intenso ci si dipanava davanti agli occhi e dopo ogni curva ci si aprivano scorci nuovi e bellissimi.

Dopo un paio di curve e gradoni ci siamo fermati, alcune curve strette e sassose, che un paio di anni fa si facevano abbastanza agevolmente, ci hanno costretto a scendere, l’acqua e l’erosione del terreno hanno portato alla luce alcune rocce difficilmente valicabili, questo è uno dei problemi della zona e dei sentieri in generale, grazie agli agenti atmosferici, i sentieri si stanno modificando, la terra viene strappata via dal tracciato e affiorano rocce e radici che spesso rendono molto piu tecnici i trail.

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Spesso non ci rendiamo conto della cosa, ma solamente la cura e la dedizione di alcuni volontari permette a questi sentieri di “restare in vita” e rimanere percorribili, sforzi isolati, di appassionati, spesso fatti di nascosto e soprattutto senza l’aiuto degli enti locali, con le sole proprie forze, interventi minimi, ma necessari anzi fondamentali.

La nostra escursione è continuata, con la gioia negli occhi e nel cuore, con il paesaggio che sfrecciava, ancora curve e gradoni e dopo un pochino siamo arrivati al masso che segna circa la metà del tracciato, superato l’ostacolo, ci siamo trovati ad affrontare la parte più tecnica del tracciato, con passaggi mozzafiato da affrontare con il giusto feeling e la tecnica adeguata.

Ormai il ritmo della discesa ci aveva pervaso, la frenesia del dislivello ci aveva catturato, ma dopo una curva ci siamo dovuti fermare ed affrontare il nuovo passaggio impervio ed infine eccoci arrivati alla fine.

Il tracciato si è dimostrato all’altezza delle aspettative, sempre bellissimo, filante e tecnico, forse un pochino mal ridotto, ma sempre emozionate, come un vecchio amico che invecchia e diventa più scontroso e scorbutico, ma pronto ad accoglierci con il suo sorriso, alla prossima Vajo dei Pangoni.

 

Condizioni generali