Tremalzo Advanced

Il Passo del Tremalzo è un valico alpino situato a quota 1694 mt. slm. che collega la Valle di Ledro al Lago di Garda e sancisce il confine tra Trentino Alto Adige e Lombardia.

Questo luogo fu un punto nevralgico durante la Prima Guerra Mondiale, insieme a Passo Nota, Monte Carone e Punta Larici costituivano una vera e propria linea di combattimento contrapposta alle forze Austriache.

L’esercito italiano costruì una carrozzabile che collegava Tremosine a Passo Tremalzo, passando per la Valle di Bondo e Passo Nota. Questa ardita e ingegnosa opera è tuttora uno dei fulcri, per penetrare in questo territorio. Questa zona fu conquistata già nella primavera del 1915 e divenne la seconda linea fortificata italiana. Sono presenti caverne, osservatori e postazioni.

La sveglia questa volta non è troppo presto, ma ciò nonostante quando carico la bici in macchina ed esco dal garage, il sole non è ancora sorto.

Le macchine che incontro sono rare e procedono svogliatamente, non c’è traffico ed arrivo velocemente al punto di ritrovo concordato con il bikeshuttle.

Mi preparo e di lì a poco arrivano anche altre persone, si chiacchiera amichevolmente, finchè anche l’ultimo ritardatario arriva, saliamo tutti sul pulmino ed incamiciamo il viaggio che ci porterà al Passo Tremalzo.

Non sembra un tragitto lungo, il Tremalzo sembra lì quasi a portata di mano, ma via via che i minuti passano mi rendo conto di quanto effettivamente questo tragitto sia lungo e periglioso.

La strada che costeggia il Lago di Ledro è tranquilla e piacevole, continua lungo il fondo valle e dopo una curva secca, la salita inizia.

I tornanti iniziano a susseguirsi, la pendenza aumenta, il verde intenso delle latifoglie si tinge dei colori dell’autunno, giallo chiaro, rosso intenso ed infine lasciano il posto a svettanti conifere sempre verdi per infine scomparire quasi totalmente verso la cima.

 

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Il sole fa capolino tra i tornanti, ma l’aria che entra dai finestrini diventa sempre più fredda e pungente, la salita dura molto, un paio di curve e siamo arrivati.

Scarichiamo le bici e ci concediamo qualche minuto per ammirare lo spettacolare paesaggio che abbiamo ai nostri piedi, le nuvole sferzano le vette ed il lago in lontananza sonnecchia riscaldato dal sole.

 

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E’ il momento di andare, la discesa inizia subito su una mulattiera sterrata, non puntiamo al Passo del Tremalzo, ma ad un sentiero secondario, meno conosciuto rispetto al classico Tremalzo, ma molto più bello e selvaggio.

Ben presto ci immergiamo nella foresta, il fondo diventa subito viscido per colpa delle foglie bagnate che ricoprono il sentiero come una coperta e lo tingono con i colori dell’autunno, radici insidiose e viscide sono in agguato come trappole innescate e mimetizzate, pronte a far deviare la ruota all’ultimo momento.

 

 

La guida diventa subito più lenta ed attenta, la pendenza aumenta e le vie di fuga sono pochissime, sbagliare non è ammesso.

Ben presto emergiamo dal bosco e ci troviamo a strapiombo sulle valli, il sentiero diventa una striscia di terreno a ridosso di pareti maestose, la civiltà sembra distante anni luce e per un momento mi sembra di essere in un angolo sperduto di una qualche giungla del Cile o della Bolivia.

 

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Il paesaggio è stupendo, ma non abbiamo molto tempo, imboccato il bivio giusto la discesa finisce ed inizia la spinta, lunga e faticosa.

Il tempo sembra fermarsi, immersi nuovamente nel sottobosco, passiamo in luoghi dimenticati dove la natura pian piano riprende il possesso di luoghi una volta appartenuti all’uomo, cascine diroccate, vecchie strade, pascoli e abbeveratoi sono ormai difficili da distinguere, ormai ricoperti quasi completamente da muschio e giovani piante.

 

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Continuo il mio cammino, ormai vedo lo scollinamento, è quasi fatta, finalmente la salita è finita, mi trovo sul valico tra le due valli, mi concedo qualche minuto di riposo e per ammirare lo spettacolo della natura, poi via ricomincia la discesa.

Questa volta il trail è molto impegnativo, soprattuto per il fatto che molti passaggi sono esposti ed i tornanti molto stretti, sbagliare significherebbe un bel salto di parecchi metri, meglio valutare con attenzione le traiettorie e la velocità.

Procedendo lungo il sentiero, vedo sotto di me, molto sotto di me, il tracciato che si dipana lungo il fianco della montagna, sicuramente una vista impressionante, che lascia senza fiato, ma al tempo stesso il sentiero è bellissimo, mi sento come un funambolo che percorre la sua corda, un misto tra paura ed eccitazione e finalmente arrivo in fondo valle.

 

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Una dolce salita su asfalto, questa volta amabilmente pedalabile, mi porta fino a Rifugio Nota, dove un fiero obice della Seconda Guerra Mondiale mi dà il benvenuto.

Ormai è pomeriggio, il tempo per un sorso di acqua ed un panino e poi via di nuovo in sella, il tempo stringe, la luce inizia ad affievolirsi e la strada è ancora tanta.

Puntiamo dritti verso il Lago di Ledro, il sentiero è tutto in discesa ma con un fondo molto sconnesso, con gradoni e sassi che spezzano il ritmo e le braccia.

Percorriamo anche il letto di un torrente tra radici e sassi, le sospensioni sono allo stremo, ma ormai in lontananza compare il Lago di Ledro, segno che la discesa è agli sgoccioli.

Ormai il sole è scomparso dietro il monte, le ombre iniziano ad allungarsi e la luce ormai è veramente poca, ci lanciamo sulla Ponale che si affaccia sul Lago di Garda, vista l’ora tarda incontriamo pochi pedoni e possiamo spingere un pochino di più del consueto.

 

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La Ponale è sempre bellissima, a strapiombo sul Lago di Garda, con curve, gallerie, rettilinei e nuovamente curve, il giusto trail per concludere una giornata campale, dopo l’ennesima curva in lontananza compare Riva del Garda, il fondo diventa asfalto e la discesa è finita, siamo arrivati sulla ciclabile.

Qualche minuto di pedalata a ritmo tranquillo ci riporta a Torbole ed alla fine della nostra escursione, mi giro per guardare le montagne e cercare i trail che ho percorso ma ormai è troppo tardi, i pendii sono bui, è tempo di tornare a casa, a malincuore rimetto tutto in macchina, ma tornerò prima o poi a percorre nuovi trail.

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