Il Trail Spacca Ruote

Settembre è uno dei mesi più difficili per la vita di ogni uomo, le vacanze finiscono, l’estate ormai è un ricordo passato, l’autunno incombe con il suo freddo e le sue piogge, la vita lavorativa riparte in quarta ed in lontananza si vedono quelle feste che tanto mettono a rischio il nostro giro vita, natale e capodanno, oltre a tutto questo di solito si aggiunge un qualche battesimo di famiglia oppure un matrimonio di qualche parente, ed i giochi sono fatti.

Impossibile sottrarsi a queste incombenze e per quanto uno faccia buoni propositi, questi vengono spazzati via da amici e parenti che ti offrono questo o quello e guai ad non accettarlo.

L’unico modo per cercare di porre rimedio a questa piaga sociale è prendere la propria bici ed immergersi nella natura.

Cosi grazie ad una delle ultime belle giornate quasi estive ho iniziato la mia salita sul Pastello.

Come sempre sono partito dal centro di Fumane ed ho intrapreso la salita delle Salette, diversamente dal solito la zona è in pieno fermento, la vendemmia è nel pieno del suo svolgimento, i vigneti che addobbano la zona, brulicano di per persone che lavorano senza sosta, come formiche operaie, continuano ad estrarre i grappoli dalla vigne ed attenti a non perdere neppure un chicco li depositano nelle carrette dei trattori, che veloci li trasportano verso le cantine per le successive lavorazioni.

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Anche l’aria è diversa dal solito, il profumo dei grappoli aleggia nella zona, un profumo dolce con diverse note spezziate, man mano che mi allontano dal centro abitato l’aria diventa più pura, e quasi in armonia con lo sguardo, che man mano che ci sia alza permette di spaziate molto più distante sulla pianura, anche l’aria man mano che si sale si pulisce, gli odori si attenuano e diventa più frizzante e frescolina.

I trattori sfrecciano veloci in discesa per trasportare il loro prezioso carico, bisogna prestare molta attenzione, lungo i vigneti file di cassette sono allineate, come un plotone pronto ad entrare in azione, qualche bracciante si concede una pausa e mi saluta mentre pedalo, ovviamente rispondo e scambio qualche commento.

Arrivo a Cavalo, continue per la vecchia strada forestale e poi ancora su, sempre più su, oggi voglio arrivare alle antenne, continuo sulla strada che porta in vetta, devo scendere, impossibile pedalare, la pendenza ed il fondo non lo permettono.

La camminata richiede qualche minuto e diverse pause, la pendenza è importante ed il fondo certo non aiuta, dopo qualche lunghissimo minuto, finalmente ci sono, sono in vetta!

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Lo spettacolo che ogni volta mi accoglie, ripaga della fatica fatta, mi concedo qualche minuto per riprendere fiato e lasciare che lo sguardo spazi lungo la pianura ed ancora più in la sugli Appennini, poi sul Lago di Garda e sulla Val d’Adige.

E’ tempo di scendere, infilo le ginocchiere e parto, le creste del Pastello regalano sempre mille emozioni, uno scenario naturalistico ed un trail immerso nel bosco fantastico, tecnico ed impegnativo, la linea da seguire è una soltanto, le foglie stanno iniziando a nascondere il trail e la sua morfologia, bisogna scegliere le traiettorie in rapida successione e cercando di indovinare subito quella successiva in un unico colpo muovendo la bici ed il corpo in perfetta armonia.

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Arrivo alla deviazione che punta diritta verso le cave vecchie, la voglia sarebbe quella di continuare sulle creste e provare ad arrivare a Monte, ma il gps è morto ed anche la batteria del cellulare non è messa benissimo, meglio non rischiarare, punto verso le cave ed oggi lascerò la via maestra per lo “spacca ruote”.

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Oggi ho voglia di cambiare ed invece che fare il solito sentiero voglio cimentarmi nello “spacca ruote” un sentiero tecnico, composto da rocce frastagliate e taglienti, come dei coltelli affilati, pronti a dilaniare anche il miglior copertone, per affrontare questo trail bisogna avere la giusta pressione, ne troppo poco ma nemmeno troppo alta, il rischio di restare a piedi è altissimo.

Mi prendo qualche minuto per valutare lo stato delle mie coperture, aggiusto la pressione, controllo le spalle e la carcassa, ci siamo si parte.

Il primo tratto del sentiero è molto scassato, invece che deviare a sinistra verso le pozze come il solito, mi tengo sulla destra, il trail fa un’ampia curva nel prato verso destra, sempre con fondo scassato e ripido e poi subito giù nel bosco.

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Il trail continua nel bosco tra curve e contro curve, il fondo adesso è un labirinto di rocce affioranti e scheggiate a quarantacinque gradi, l’incubo di ogni gomma e cerchione, la pendenza aumenta ed i passaggi diventano più stretti, bisogna prestare la massima attenzione alle frenate, alla traiettoria ed essere il più leggero possibile, mi rendo conto di essere talmente concentrato da quasi non respirare, cerco di immettere il minor quantitativo di aria possibile per non appesantire la mia bici gia provata da tutto il resto.

Finalmente il sentiero finisce, certamente avrò bucato, ma ne è valsa la pena… ed invece no, contro ogni probabilità le mie gomme sono intatte! Tanto meglio, la discesa è ancora lunga.

Rientro a Fumane sfruttando i sentieri ben noti della Dorsale e del Vajo dei Lena sempre bellissimi e divertenti, ma il protagonista di oggi, il Taglia Ruote, non ha tradito le aspettative, sempre bello e cattivo, come da copione.

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