Eight pylons trail

Ci sono giri, rari anzi rarissimi, in cui la salita è la parte più bella e questo è uno di quei rarissimi casi.

In un soleggiato pomeriggio d’inverno, che tutto era tranne che freddo, abbiamo deciso di andare a provare la discesa degli 8 Piloni.

In realtà la salita per arrivare all’attacco del sentiero non è molto lunga, pertanto abbiamo deciso di prenderla “larga” e partendo da Montorio siamo arrivati fino alla contrada di Caiò.

Come dicevo in precedenza, la salirà è stata quasi piacevole, le prime curve si dipanavano tra un terrazzamento di olivi secolari, con una pendenza dolce, che lasciava tempo per chiacchierare ed ammirare il paesaggio che ci circondava.

Man mano che salivamo, il paesaggio spaziava sulla sottostante città, lontana, sonnecchiante, avvolta in una ovattata nebbiolina.

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Siamo così arrivati alla contrada di Pian di Castegnè e da qui ci siamo inerpicati sull’ultima rampa che ci avrebbe condotto alla nostra destinazione.A poche curve dalla nostra “vetta”, abbiamo trovato la neve e la temperatura è scesa drasticamente, sulla “spianà” battuta dai quattro venti, il freddo era tagliente come un rasoio.

Ammirato velocemente il paesaggio, ci siamo asciugati ed equipaggiati per la discesa.

Il tracciato era completamente ricoperto da neve e sotto di essa uno strato di ghiaccio insidioso non lasciava scampo ad errori o indecisioni.

Per nostra fortuna dopo circa un chilometro, la neve è scomparsa, ma al suo posto uno strato di fango, causato dallo scioglimento della neve, ci aspettava.

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Nonostante tutto la discesa fino alla contrada di Cancello è stata abbastanza semplice e monotona, senza nessun segno particolare o spunto interessante.Dopo qualche curva e un paio di pedalate, siamo arrivarti al punto d’attacco dell’8 Piloni trail.

Tutti pronti ci siamo lanciati per affrontare il trail, purtroppo la situazione si è subito rivelata in tutta la sua criticità.

Fondo scivoloso ed instabile, ruote praticamente lisce ed aderenza pressoché nulla, hanno condizionato tutta la discesa, rendendola una penitenza continua a tratti anche pericolosa.

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I nostri sforzi per restare in sella si sono dimostrati vani e spesso siamo stati costretti a fermarci per liberare le ruote dal fango e foglio che le bloccavano.Finalmente siamo arrivati alla fine della discesa, con qualche danno ma tutti interi.

Le condizioni non erano affatto favorevoli per questo tracciato, poco male, ci riproveremo appena la situazione sarà più asciutta!

Costretti ad un lungo pit-stop wash bike presso l’autolavaggio in zona, tanto erano sporche le nostre bici quasi da non distinguerne il colore del telaio, abbiamo colto l’occasione per lavare le bike ed anche noi stessi e fare anche qualche “gavettone”!

Sicuramente un tracciato da studiare meglio e da riprovare appena il fango se ne sarà andato.